Riporto il contenuto del bizzarro articolo della vicenda della povera Paola:
Aveva “lavorato” per ben due anni, su Facebook, per realizzare la sua casetta virtuale ideale con un gioco ormai famoso, ‘Pet Society’. Aveva aumentato i suoi risparmi (sempre virtuali) e con quelli aveva comprato il letto, l’armadio, la vasca idromassaggio, era arrivata ad allargare la sua villetta fino a sette stanze più giardino. Poi, però, un hacker le ha rubato mail e password, si è introdotto nella suo profilo, è entrato nella casa e l’ha svaligiata. A lei è sembrato che crollasse il mondo addosso, si è rivolta a dei legali e la magistratura ha iniziato un’inchiesta.
Non è un film comico ma la storia, vera, di Paola Letizia, 44 anni, una palermitana che lavora al Pubblico registro automobilistico. Dopo aver visto la sua casetta d’un tratto completamente vuota, Paola non si è rassegnata, si è rivolta agli avvocati Mauro Torti e Ivano Natoli e ha presentato una denuncia: la Procura di Palermo ha aperto un’indagine e adesso la polizia postale sta cercando l’hacker “ladro di appartamenti virtuali”.
“Ora mi viene da ridere – dice Paola – ma quando ho visto che tutto quello che avevo nelle mie stanze era stato portato via, ci sono rimasta malissimo. Perché per più di un mese non sono riuscita a usare la mail, né facebook e nemmeno ho potuto giocare con Pet Society. E poi perché mi sono sentita come se qualcuno avesse violato la mia vita privata, le mie abitudini, le ore trascorse in una realtà virtuale che sentivo profondamente mia”.
Il mio commento :
Mi chiedo io: cosa se ne sarà fatto l’hacker dei mobili virtuali? E poi, potremmo davvero chiamarlo “hacker” questo fantomatico svaligiatore del byte?
Sarà semplicemente un altro pirla che gioca a “Pet’s” e che conosce la protagonista. Forse l’avrà vista digitare la password o molto più semplicemente potrebbe essersi limitato ad indovinarla. Ad ogni modo dovrebbe essere un caso di facilissima risoluzione. Perchè? Perchè essendo successo tutto sul server Pet’s basterà chiedere il log dell’utente e sarà possibile risalire all’account sul quale il fantomatico “hacker” ha spostato mobili e affini.
Comunque, se fossi al posto della signora, in un certo senso sarei felice di essere stata svaligiata “virtualmente”. Poteva andare peggio…